MADE IN ITALY: L’OLIO EXTRAVERGINE D’OLIVA
Secondo alcuni studi effettuati dalla UNWTO il 2020 è l’anno per lo sviluppo del turismo rurale, il cui protagonista non è soltanto il vino, ma anche l’olio extravergine di oliva. L’enogastronomia italiana continua a dimostrarsi un driver fondamentale che oltre ad arricchire l’offerta turistica stimola lo sviluppo economico, sociale e culturale del nostro territorio. Ma l’informazione e soprattutto l’innovazione, saranno le parole d’ordine necessarie per rimettere in moto questo importante settore dell’economia italiana…
Oggi l’enogastronomia ha assunto nel turismo una rilevanza tale da essere considerata una degli elementi indispensabili quando si viaggia. Per la World Tourism Organization, il turismo enogastronomico è un segmento tra i più dinamici all’interno del settore: il 93% del mercato “leisure”, ovverosia coloro che viaggiano per vacanza, svago, motivi culturali e personali, ha partecipato a esperienze a tema durante le vacanze e quasi la metà ha indicato il cibo, il vino e l’olio extravergine di oliva come le ragioni principali del loro viaggio. Dunque, il cibo è diventato da qualche anno una delle voci principali del budget delle vacanze nel nostro paese, sia per gli stessi italiani ma soprattutto per gli stranieri – al primo posto gli americani – che rimangono sempre estasiati dai nostri prodotti locali dal sapore tipico mediterraneo. I prodotti agroalimentari esportati spesso raccontano una storia lontana fatta di terra e tradizione, una storia così forte da ispirare la curiosità nel consumatore che spesso verrà soddisfatta attraverso un viaggio. Questa forma di turismo affonda le sue radici in un passato relativamente recente, dovuto alla ricerca di spazi verdi e tranquilli, lontani dalla routine quotidiana e dalla vita frenetica, riscoprendo la natura e il mangiar sano; senza dimenticare che il cibo ha un importante ruolo sociale: a tavola si ha la possibilità di conoscere nuove persone, si rinforzano i legami già esistenti, in qualche modo ci si riappropria di quello spazio di convivialità ormai carente nella società moderna. Ma per rendere nota e praticabile l’opzione del turismo enogastronomico è indispensabile “fare rete”, che si sviluppa tramite la collaborazione tra soggetti locali e istituzionali. Nasce così un’iniziativa originale ed innovativa, pensata per valorizzare e dare un forte impulso al turismo dell’olio. Un progetto ambizioso che è stato promosso dall’Associazione nazionale Città dell’Olio e affidato alla direzione scientifica della prof.ssa Roberta Garibaldi, quale responsabile del settore nonché autrice del Rapporto annuale sul Turismo Enogastronomico Italiano. Nel progetto si propongono percorsi che partono dalla raccolta delle olive alle visite guidate nei frantoi per comprendere le fasi di produzione del prodotto, passando per le degustazioni, i corsi di assaggio, le cene a tema, i laboratori con le famiglie oppure le camminate e qualsiasi genere di evento che veda l’olio extravergine come protagonista, alimento principale della dieta mediterranea. Una buona opportunità che concede al visitatore appassionato della buona tavola di immergersi in un paesaggio di indiscutibile bellezza, legando la cultura dell’olio con l’identità della terra che lo produce. E dunque il turismo dell’olio è la scommessa per il futuro, dove la qualità, l’innovazione e la sostenibilità sono gli ingredienti essenziali di un’offerta turistica mirata al viaggiatore attento ai minimi dettagli e appassionato di olio. Le città italiane, specie quelle meridionali, sono le migliori ambasciatrici del nostro olio nel mondo, le uniche in grado di sapersi distinguere non soltanto per la biodiversità del paesaggio, ma anche nel far emergere la propria visibilità, con proposte turistiche ineguagliabili indispensabili dopo il duro colpo che ha dovuto affrontare il turismo mai prima d’ora.
Marco Rinaldo
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