ITINERARI: ROMA
di Ilaria Imperoli
La bellezza di Roma è conosciuta in tutto il mondo e sono molte le guide che suggeriscono itinerari e segreti della città eterna, ma la vera bellezza di questa città è che non finisce mai di stupire. Sembrerà una frase fatta ma “A volte bisogna perdersi per ritrovarsi” e con Roma funziona un po’ così, bisogna perdersi per ritrovare nelle sue parti nascoste la sua vera bellezza. È il motivo per il quale è nata questa rubrica, per potervi guidare alla scoperta della Roma che piace consigliare a noi Concierge, quella che viviamo tutti i giorni, che non ci stanchiamo mai di scoprire e che non vediamo l’ora di poter condividere con voi il più presto possibile dopo questa pandemia. Durante il lockdown le strade si sono svuotate ed i suoni che sono rimasti della nostra città sono quello delle campane e quello dello scorrere dell’acqua delle fontane ed è per questo motivo che abbiamo deciso di iniziare con un itinerario per alcune Fontane di Roma.
Cominciamo dal Rione Celio, “quartiere” che prende il nome del colle omonimo. Ci troviamo a Piazza della Navicella, davanti alla Chiesa di Santa Maria in Domnica. La Fontana della Navicella fu costruita nel 1502 circa ed è chiamata della Navicella dando così il nome anche all’omonima piazza in cui si trova. Raffigura un’imbarcazione ed è un ex-voto dedicato dai marinai di Capo Miseno al tempo dell’antica Roma alla Dea Iside, protettrice dei naviganti.
Ci spostiamo poi verso il Tevere, nei pressi del Circo Massimo. Qui ci troviamo la Fontana dei Tritoni in Piazza della Bocca della Verità. La fontana deve il flusso dell’acqua al prolungamento delle condutture dell’Acquedotto Felice. Aveva al suo fianco una vasca, oggi riposizionata a Lungotevere Aventino con la funzione di approvvigionamento dei cittadini e del bestiame transitanti nel cosiddetto Foro Boario. La fontana è ispirata alla stella ad otto punte dello stemma della famiglia Albani ed è stata realizzata dall’architetto Francesco Carlo Bizzaccheri. Al centro di questa si eleva una scogliera scolpita da Filippo Bai su cui poggiano due tritoni inginocchiati con le code incrociate scolpiti da Francesco Moratti. Questi ultimi sorreggono una conchiglia.
Raggiungendo il lato opposto del Tevere, attraverso Trastevere raggiungiamo il Gianicolo, uno dei punti panoramici della città. Qui troviamo la Fontana dell’Acqua Paola. La fontana o “Fontanone” come viene chiamato dai romani, prende il nome dal condotto idrico che la rifornisce. Venne costruita nel 1605 per volere di Paolo V da Giovanni Fontana con l’aiuto di Flaminio Ponzio. La fontana è elaborata in forma di castello con tre grandi nicchie centrali e due laterali più piccole, arricchite da colonne spostate dal Foro Romano e dalla Basilica Paleocristiana di San Pietro. Nella parte più alta spicca l’emblema della famiglia Borghese. Nel 1690 verrà aggiunta la spaziosa vasca a terra e per questo dal quel momento in poi venne chiamata il “Fontanone”. La curiosità è che ritroviamo al suo interno custoditi numerosi reperti monumentali appartenenti a fontane smontate provenienti da ogni parte della città.
Scendendo verso il Tevere nei pressi dell’Isola Tiberina, addentrandoci nel quartiere ebraico troviamo ai confini di ecco la Fontana di Piazza Campitelli.L’opera di Giacomo dalla Porta, originariamente era posizionata davanti alla Chiesa di Santa Maria in Portico. Nel 1679 venne decentrata dal cuore della Piazza Campitelli per ordine di Innocenzo XI su richiesta dei frati di Santa Maria che ritenevano forviante per le celebrazioni l’assembramento dei popolani ad ogni ora del giorno intorno alla fontana.
Poco distante da lì troviamo la Fontana del Pianto in Piazza delle Cinque Scole. Costruita nel 1591 da Giacomo della Porta al centro del Ghetto ebraico in una zona che era allora chiamata Piazza Giudea. Questa fontana venne successivamente rimossa come si può notare nella prima foto dove è stato segnato il perimetro indicante l’antica posizione. Successivamente venne ricostruita e riposizionata nel 1930 in Via Del Progresso (soppressa in seguito alla demolizioni) davanti all’oratorio di Santa Maria del Pianto da cui prende il nome. Oggi la fontana si trova in Piazza delle Cinque Scole, visibile nella seconda foto.
Passando per Via della Reginella, arriviamo in una piccola piazza chiamata Piazza Mattei dove al centro troviamo la Fontana delle Tartarughe. La pizza prende il nome dell’omonimo palazzo nobiliare cinquecentesco. Possiamo vedere l’incantevole fontana costruita nel 1580 circa da Taddeo Landini che fu anche aiutante di Giacomo dalla Porta. Una leggenda riporta il fatto che questa fontana venne fatta costruire in tutta fretta da Muzio Mattei davanti al suo palazzo per magnificare sé stesso agli occhi di un uomo ricchissimo che per motivi economici non gli aveva concesso la mano della figlia. La fontana doveva essere originariamente in Piazza Giudea oggi scomparsa. La vasca ed altri elementi sono in marmo mentre le sculture dei quattro efebi e delle quattro tartarughe sono in bronzo. Così come in bronzo erano gli otto delfini che avrebbero dovuto decorare la fontana ma di cui ne possiamo ammirare solo quattro, i restanti si trovavano della Fontana della Terrina di cui parleremo in seguito, purtroppo misteriosamente scomparsi.
Attraversando Campo de’ Fiori, dove è sito il famoso mercato, ci dirigiamo verso Piazza Farnese. Qui troviamo le omonime fontane. Le Fontane di Piazza Farnese sono poste davanti palazzo che porta lo stesso nome ed hanno una storia abbastanza movimentata. Le due grandi vasche di graniti si trovavano originariamente nelle Terme di Caracalla e venivano usate per i bagni. Agli inizi del XV secolo Paolo II le fece spostare a Piazza Venezia dove rimasero per circa vent’anni; nel 1534 Paolo III ordinò poi la rimozione di una delle due fontane e la collocazione a Piazza Farnese. Non essendo la Piazza raggiunta da una quantità adeguata d’acqua la vasca veniva utilizzata dai nobili come una tribuna per assistere a spettacoli. Nel 1575 Papa Gregorio XIII con l’incremento idrico grazia all’Acqua Paola, su richiesta del Cardinale Alessandro Farnese, fece trasportare anche la seconda vasca. Entrambe furono elevate al di sopra di una piscina con al centro un giglio emblema di casa Farnese.
Addentrandosi negli affascinanti vicoli si giunge poi su Corso Vittorio Emanuele II. Su Piazza della Chiesa Nuovascorgiamo la Fontana della Terrina, citata in precedenza. Costruita da Giacomo della Porta nel 1589 e posta inizialmente in Piazza Campo de’ Fiori era una fontana dalla forma oblunga simile ad una imbarcazione emergente all’interno di una piscina più ampia scavata nel terreno. Quattro zampilli d’acqua fuoriuscivano dalle bocche di quattro delfini in bronzo, oggi scomparsi. Una cattiva abitudine dei popolani che consisteva nel gettare rifiuti del mercato nell’acqua della fontana, fece prendere la decisione alle autorità preposte di aggiungere una sorta di coperchio in travertino. Nel 1887 la Fontana fu spostata nella posizione odierna in Piazza della Chiesa Nuova in quanto venne collocata in Piazza Campo de’ Fiori la statua intitolata a Giordano Bruno, nel luogo della sua esecuzione.
Lasciamo per ultima una delle Fontane simbolo di Roma e prima di raggiungerla, ci allontaniamo di qualche chilometro superando il Quirinale ed arriviamo a Piazza San Bernardo. Qui è possibile ammirare in tutta la sua bellezza la Fontana del Mosè recentemente restaurata. Inaugurata nel 1589 e voluta da Sisto V questa fontana costituiva la mostra terminale dell’Acquedotto Felice. In una delle tre grandi nicchie è visibile la statua del Mosè e nelle due nicchie laterali Aronne e Giosuè. Il parapetto che circonda la fontana è ornato da quattro sculture leonine provenienti dal Pantheon, successivamente sostituite da copie. Cinque scultori hanno lavorato alla fontana oltre a Domenico Fontana: Flaminio Vacca, Paolo Olivieri, Giovanbattista della Porta, Leonardo Sormano e Prospero Antichi.
Per terminare il nostro tour alla scoperta di alcune delle Fontane di Roma, come anticipato, concludiamo con la celeberrima Fontana di Trevi che proveremo a descrivere in modo inedito. La Fontana di Trevi addossata a Palazzo Poli sito in Via della Stamperia, venne costruita in epoca augustea sulla mostra terminale dell’acquedotto chiamato Acqua Vergine.
La famosa fontana emblema della “Dolce Vita” di Fellini, oltre alla sua esterna magnificenza ed alle famose tradizioni scaramantiche del lancio della monetina ormai conosciute in tutto il mondo da secoli, nasconde segreti al suo interno. Grazie ad eventi esclusivi organizzati ogni anno a Roma è possibile essere protagonisti di una esperienza unica: entrare all’interno della Fontana potendola ammirare da un punto di vista completamente nuovo ed esclusivo.
È possibile visionare inoltre il castello idraulico della fontana e scoprire la storia dell’acquedotto e del suo utilizzo come rifornimento delle residenze privata delle famiglie nobili di Roma, indicate nel tabellone sottostante.Purtroppo molti eventi programmati nel 2020 sono stati posticipati e annullati, ma nel futuro sarà possibile l’ingresso a Palazzo Poli, edificio che ospita l’Istituto Centrale della Grafica di proprietà del Mibac, con la possibilità di potersi affacciare dalla terrazza sovrastante la Fontana, con una vista mozzafiato su Roma, essendo uno dei punti più alti della città eterna.
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