Alcuni hanno riaperto fin dagli inizi di giugno e altri lo faranno a cavallo fra fine mese e gli inizi di luglio. In questa scommessa, però, si stagliano i silenzi di alcune grandi compagnie alberghiere che, dopo gli annunci confortanti di qualche tempo fa, sembra abbiano deciso di non far parte della squadra. Per ora tacciono, lasciando l’iniziativa ai privati che, ben consapevoli dell’importanza di aprire, lo fanno dicendo con orgoglio che dopo anni di successi sia ora arrivato il momento di dover “rendere” qualcosa.
La decisione è stata presa: il 3 luglio si riapre!! Il Villa Cortine Palace Hotel di Sirmione ha deciso di riaprire per la stagione 2020. Si comincia con trenta camere e col personale ridotto, ma si apre. Un gesto coraggioso della proprietà, ponderato da un’attenta riflessione della Direzione che, sebbene parzialmente confortata dai numeri e dalla storia occupazionale della struttura, scommette sul suo futuro e su quello del turismo italiano. Ad aprire, tuttavia, sono in tanti e in ogni località della penisola. Alcuni lo hanno già fatto fin dagli inizi di giugno e altri lo faranno a cavallo fra fine mese e gli inizi di luglio. In questa scommessa, però, si stagliano i silenzi di alcune grandi compagnie alberghiere che, dopo gli annunci confortanti di qualche tempo fa, sembra abbiano deciso di non far parte della squadra. Per ora tacciono, lasciando l’iniziativa ai privati che, ben consapevoli dell’importanza di aprire, lo fanno dicendo con orgoglio che dopo anni di successi sia ora arrivato il momento di dover “rendere” qualcosa. E come dar loro torto nel profondere così tanta saggezza, amore e tale passione, propri di un vero albergatore!! L’estate è già arrivata e mentre si è tutti in attesa di capire cosa avverrà dopo il 15 giugno, data in cui dovrebbero riaprirsi le frontiere e cadere tutti i vincoli rimasti sulla libera circolazione delle persone, si scalpita per annunciare al mondo intero che l’Italia turistica riapre. Proprio in questo mese il comparto turistico ha riacceso i suoi riflettori e pian pianino, con fatica e tanta speranza, si sta allineando al protocollo richiesto dalle istituzioni sanitarie al fine di poter riprendere l’attività. Sicurezza, controlli, attenzioni per una riapertura ridotta al minimo alla quale tanti imprenditori si stanno ancorando per poter andare avanti. Al momento, le prenotazioni stagnano e solo in alcuni casi cominciano timidamente a risalire. La paura è ancora tanta ma l’ottimismo lascia intendere che la gente abbia voglia di uscire e di riprendersi quanto lasciato in questi oltre cento giorni di chiusura tra le mura di casa. Il ritrovato senso della vita spinge le persone a riflettere sui suoi valori e sulla preziosità del tempo vissuto. Nel frattempo, in previsione di poterli riaccogliere nelle loro strutture, tanti imprenditori cominciano a rivedere le loro convinzioni e la qualità del servizio offerto finora ai propri ospiti. Sanno bene che la qualità prevarrà più di prima e che un’attenta revisione dei propri processi di lavoro, farà la differenza!! Un cambio di rotta che avrà sì i suoi benefici, ma per ora soltanto i costi. Spese che dovranno affrontare da soli e nel migliore dei casi, con l’aiuto di uno Stato che finora sembra essere ancora lontano dalle loro esigenze. Sappiamo bene in quale misura e in quali maniere sono e non sono arrivati gli aiuti di cassa integrazione e sussidio per i lavoratori del settore, dove l’Inps e il governo continuano a rimbalzarsi le proprie responsabilità. In aggiunta, è notizia di questi giorni che proprio il Direttore dell’INPS abbia speso parole pesanti sulla volontà degli imprenditori di riaprire le proprie aziende, definendoli “pigri” perché sostenuti dagli aiuti di Stato e perciò poco interessati a rischiare di proprio, sperando che il momento difficile passi in fretta per poi ricominciare come prima. Ma, in questo periodo di “straordinaria follia” nel quale si sente veramente di tutto, la cosa che mette tristezza è rilevare, purtroppo, quanto in questa confusione dove tutto è concesso, si sentano esprimere giudizi sugli imprenditori di qualsiasi settore e, soprattutto, su quelli del Turismo. Che sono spaventati, confusi, disorientati, sconvolti, impreparati, sovraccarichi, ma non pigri. E se è vero che nessuno vede negli altri ciò che non è lui stesso, la pigrizia non abita negli imprenditori perché soltanto a giugno i loro dipendenti percepiranno gli stipendi di marzo e il sistema azienda “hotel” non ha alcuno storico su cui fare previsioni, con un marketing distrutto e tutta l’organizzazione da rimettere in piedi. Il coraggio, però, non manca tanto che anche i più riluttanti con strutture nelle città d’arte che, inizialmente avevano pensato di riaprire a settembre, ce la stanno mettendo tutta per riaprire quanto prima. Siamo convinti, infine, che dopo una simile catastrofe sanitaria-economica-occupazionale, ci sia ora per tutti una grande opportunità di riscatto che, se suffragata dalla dedizione, dalla passione e dalla rinnovata voglia di accogliere, ogni struttura, ogni imprenditore ed ogni lavoratore tornerà presto a sorridere come prima, se non addirittura di più!!
Federico Barbarossa
Add a Comment