MARSALA: UN VIAGGIO DI STORIA E DI SAPORI
La spedizione dei Mille capeggiata da Giuseppe Garibaldi al fine di riunificare l’Italia è stato uno degli eventi cruciali del Risorgimento italiano che contraddistinguono la storia di Marsala. Ma questa meravigliosa città, situata nella parte più occidentale della Sicilia, è legata anche alla produzione dell’omonimo vino liquoroso che rende questa terra, una delle capitali dell’enoturismo più apprezzate al mondo. A fare da cornice è la laguna dello Stagnone che, con le sue saline, è considerata uno degli scenari più suggestivi di tutta la regione…
Il nostro viaggio comincia di buon mattino a bordo di un comodissimo e lussuoso catamarano che da Trapani ci porterà a Marsala. Siamo a luglio e c’è un sole splendente, un’aria calda e insistente tanto che la sensazione che si prova è quella di sentirsi un phon puntato sul capo a forte intensità. Siamo in Sicilia nella casa dello scirocco! L’intenso color blu del Mediterraneo circonda il nostro catamarano e, stando a prua, cominciamo ad intravedere il pittoresco porto cittadino dove sbarcheremo a breve, proprio come fece Giuseppe Garibaldi con i suoi Mille nella seconda metà dell’Ottocento, dando così l’avvio alla liberazione dell’isola occupata da secoli dalla famiglia dei Borboni. A spingere il visitatore in questa magica destinazione è il suo ambiente ricco di vivaci colori: il giallo del tufo, l’azzurro del mare, il rosso del tramonto, il bianco del sale e il verde dei vigneti, ma anche il suo carattere archeologico, marinaro e garibaldino che senz’altro la rendono una città ricca e di rara bellezza artistica. Infatti, arrivando in città si notano subito i vigneti che coprano interamente il paesaggio agrario con filari regolari di viti, coltivati dall’uomo fino al mare, dal quale mare si estrae il sale sfruttando la forza del vento e il calore del sole. Proprio presso la laguna dello Stagnone ha inizio la nostra esplorazione, un luogo di estremo fascino dove il tempo sembra essersi fermato. Qui gli specchi d’acqua sono armonicamente intervallati da lingue di terra che concorrono a dar vita ad una sorta di irregolare e policromatica scacchiera. Nell’antichità, specie in epoca fenicia, questo luogo che si estende da Punta Alga fino a San Teodoro, era strategicamente importante per la presenza dell’isola di Mozia, influente e sicuro centro commerciale per gli scambi tra Oriente e Occidente. Con la conquista romana rimase in silenzio fino alle soglie dell’età moderna e tornò ad essere florida ai tempi della dominazione spagnola del XV secolo, quando lungo il suo litorale furono costruite le saline, incrementando così la pesca. Oggi la Riserva è un paradiso immortalato dai suoi visitatori non soltanto per le basse e tiepide acque che permettono di osservare una grande varietà di uccelli acquatici e numerosissime specie di pesci pregiati, ma anche per i suoi tramonti che regalano scenari cromatici di grande stupore. Ma a rendere unica Marsala è la produzione del suo vino, uno dei più prestigiosi e annoverati vini liquorosi da dessert del mondo. La sua fama viene attribuita al ricco mercante inglese John Woodhouse che nel 1733, mentre si trovava in navigazione per Mazzara del Vallo, fu costretto ad attraccare e a trascorrere qualche giorno in città a causa di una violenta tempesta. Recandosi per le osterie cittadine, Woodhouse rimase affascinato dal vino locale, che gli ricordava il sapore di quei vini spagnoli e portoghesi (Madeira e Sherry), tanto apprezzati nei club inglesi dell’epoca. Il ricco mercante inglese ne volle subito caricare un grosso quantitativo da portare in Inghilterra e, per evitare che il vino potesse subire delle alterazioni durante il lungo viaggio, lo addizionò con dell’alcol (c’è chi parla di Whisky e chi di acquavite). Sta di fatto che il Marsala fu un vero successo e ben presto si assicurò il mercato inglese prendendo il posto del Madeira e dello Sherry. Bisognerà attendere il 1832 per vedere entrare in scena nel mondo del Marsala un italiano, Vincenzo Florio, originario di Bagnara Calabra ma già noto nella zona per il commercio del tonno, che decise di investire nel vino puntando tutto su quel nuovo vino che tanto somigliava al celebre Madera. L’anno successivo Vincenzo Florio fondò il suo stabilimento, dove questa mattina ad accoglierci sarà il Signor Michele che oltre a delinearci un quadro romantico di una delle famiglie più gloriose e importanti del Regno delle Due Sicilie, ci darà la possibilità di fare un piccolo assaggio di alcuni vini. Michele ci spiega come l’avviamento nei primi anni di attività non fu affatto semplice per la famiglia Florio, poiché i guadagni erano scarsi e le spese erano elevate. Le cose cominciarono ad andare meglio con l’inizio della commercializzazione del Marsala che lo stesso Florio cominciò ad etichettare e commercializzare con il nome di “Marsala”. Inoltre, grazie ad una ricca flotta mercantile, la produzione del vino liquoroso riuscì a raggiungere i mercati d’Europa e degli Stati Uniti, acquistando così una fama mondiale non indifferente. A fine racconto Michele non poteva concludere meglio la nostra visita con un’ottima degustazione di due vini e due Marsala, sapientemente abbinati a pietanze del luogo. Un viaggio quello di oggi immerso nella storia, nelle bellezze paesaggistiche e nei sapori autentici che soltanto questo angolo magico della Sicilia è in grado di trasmettere ai suoi visitatori.
Marco Rinaldo
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