TURISMO: LA SARDEGNA DESTINAZIONE PER LE VACANCE LUNGHE
Oggi la rotta delle vacanze sta cambiando con il turista che ha un occhio più consapevole e nella ricerca della meta, ovvero si tiene conto di diversi aspetti legati non solo alle solite località ma anche, e soprattutto, a quelle forme di turismo esperienziale, informato e rispettoso dei luoghi. C’è la necessità di disegnare un nuovo modello di sviluppo turistico sempre più diverso da quello convenzionale meno stagionale e capace di offrire servizi in modo combinato alle intersezioni dei percorsi di diversi turismi esperienziali (collegati ai cinque sensi: culturale/artistico, sportivo, slow/green/wellness, enogastronomico, spirituale), passando dalla intermodalità logistica alla intermodalità esperienziale.
Parole sante, riprese da un’intervista a Confindustria Sardegna, ma soprattutto, perché propriamente calate in questa nuova tendenza del settore turistico sardo. Il turismo esperienziale, infatti, rappresenta un’evoluzione necessaria per un settore in continua trasformazione. Non solo un nuovo modo di viaggiare, ma un’occasione per valorizzare i territori, creare nuove opportunità lavorative e promuovere uno sviluppo sostenibile. Un’opportunità attuabile solo dalla sinergia di tutti gli attori del settore: Enti locali, Operatori turistici, Scuole di formazione turistica, Comunità e viaggiatori. Tutti insieme altro non fanno che creare un ecosistema di ospitalità autentica e sostenibile, nel rispetto dell’ambiente e delle culture locali. Scopriamo poi, che ogni turista si riconosce in almeno tre motivazioni differenti che lo portano a sperimentare varie tipologie di viaggio, tra cui emergono il “dedicarsi a sé stessi” (47%), la possibilità di sperimentare esperienze mai provate e scoprire luoghi mai visitati (43%, in particolare per il turismo enogastronomico, e la socializzazione. Ma a stupire ancora di più è un dato ulteriormente significativo e che rispecchia una sensibilità sempre più condivisa rispetto al turismo esperienziale: l’esistenza di un 20% di potenziali viaggiatori interessato a questa nuova modalità di visitare luoghi e che trova spazio soprattutto tra i giovani. Tant’è che, secondo le ultime analisi dell’ENIT, il 75% dei circa 35 milioni di Italiani che viaggiano affermano di essere mossi da motivazioni turistiche non convenzionali, (culturali, sportive, enogastronomiche, spirituali e di benessere in generale) che generano un indotto importante, con una spesa media di circa mille euro per viaggio, che può durare tra i 2 e 6 giorni. Un contributo fondamentale per il settore turistico del nostro Paese, con enormi potenzialità di crescita e di ricadute benefiche per quei territori non inclusi nei circuiti del turismo di massa. Sempre secondo la stessa indagine, ogni esperienza di turismo non convenzionale, il 60% della quale avviene in periodi diversi da quello estivo, corrisponde a una vacanza di 5-6 giorni per cui si è disposti a percorrere in media circa 350 km, spostandosi al di fuori dai confini della propria regione o di quelle immediatamente adiacenti, e a spendere mediamente oltre 850 euro. Quello che emerge è il profilo di un viaggiatore che fa della multidimensionalità la sua caratteristica distintiva. Un turista, insomma, che combina almeno 3,5 esperienze diverse l’anno e replica più volte questi viaggi perché è mosso da una molteplicità di motivazioni. Che vedrà nell’attenzione degli operatori del settore la sua eventuale futura applicazione nelle località turistiche e culturali della Sardegna.
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