Taormina - Teatro greco 2

UNA MAGIA D’ALTRI TEMPI

Taormina è una delle località più magiche e suggestive al mondo, una di quelle mete da esplorare almeno una volta nella vita per rimanere incantati sulla terrazza che guarda il Mar Ionio. La sua antica anima greca, il borgo medievale, i colori sgargianti e i suoi profumi mediterranei hanno sempre ispirato poeti, scrittori, viaggiatori, attori e celebrità di fama internazionale, ma il suo incredibile fascino è in grado, ancor oggi, di attirare milioni di visitatori che scelgono la Sicilia come meta preferita delle loro vacanze…

 

Nella seconda metà del ‘700 nasce un turismo elitario che, sotto forma di viaggi di formazione, pongono il Mediterraneo al centro di questi flussi turistici. È in questo quadro che la Sicilia diventa meta privilegiata per viaggiatori illustri quali Johann Wolfgang Goethe, Guy de Maupassant, Richard Wagner e molti altri. Il fascino che l’isola esercitava su artisti e intellettuali era basato sulla convinzione che, in quella terra posta al centro del Mediterraneo, avrebbe trovato un concentrato di tutte le culture che stavano alla base della civiltà occidentale, da quella greca a quella romana e poi bizantina, araba e normanna. Una delle mete più ambite fu proprio Taormina, vero melange di natura, arte e storia, nella quale lo stesso Goethe soggiornò colpito dalla vista che godeva dall’alto della cavea del suo teatro antico. Proprio da lì ha inizio questa mattina la nostra passeggiata. Scavato nel fianco della collina, il Teatro Greco è il simbolo cittadino che offre ai suoi visitatori un panorama sconfinato sulla costa siciliana. Luogo strategico che le conferiva il ruolo di vedetta dell’Etna, altra meravigliosa scenografia naturale per il pubblico dell’età classica. Fu il teatro delle rappresentazioni drammatiche e musicali per eccellenza, ma con l’arrivo dei Romani cambiò destinazione d’uso e fu utilizzato per ospitare battaglie navali e giochi con i gladiatori. Oggi il teatro, oltre ad essere adibito a luogo turistico, è utilizzato principalmente per esibizioni artistiche e concerti. Lasciandoci alle spalle il Teatro Greco, ci imbattiamo ora di fronte a Palazzo Corvaja, un edificio voluto dagli arabi come torre di difesa che attualmente ospita il Museo Siciliano di Arti e Tradizioni, un’esposizione di oggetti popolari dai caratteristici carretti siciliani dipinti a scene della Natività in sughero e cera. Fuori dal Palazzo ci incamminiamo verso Corso Umberto I, la via principale di Taormina. Lungo il Corso è possibile trovare moltissimi negozi e laboratori di artigianato, in particolare del ferro battuto, la cui lavorazione è molto rinomata, delle ceramiche e del marmo intarsiato. Lasciati i negozi di artigianato locale ci imbattiamo nella rinomata pasticceria Chemi, famosa per la “bontà” delle sue proposte e specializzata nella realizzazione di torrone e dolci a base di mandorla, prodotto tipico dell’arte dolciaria siciliana dove ad esaltarsi è la classica cassata. Dopo esserci concessi una breve pausa gustosa, entriamo in Piazza IX Aprile la maestosa terrazza di Taormina, dalla quale sporgersi per respirare aria di mare lasciando che lo sguardo si perda verso l’orizzonte infinito. Da questo punto contemplare paesaggi mozzafiato quali la sagoma dell’Etna e la baia di Naxos ti fa trasudare emozioni e brividi da ogni poro. Ma al di là della vista mozzafiato, la piazza è molto frequentata sia di giorno che di sera, per via dei suoi bar e locali all’aperto dove ci si può fermare per trascorrere del tempo in compagnia, rinfrescati dalla leggera brezza marina e sorseggiando un bicchiere di ottimo vino alle mandorle. A dominare la piazza è la Torre dell’Orologio, edificata nel XII secolo su antiche fondamenta greco-romane e distrutta più volte dagli eserciti che nel tempo hanno saccheggiato la città ma subito dopo ricostruita. Passando la Torre dell’Orologio raggiungiamo Piazza Duomo uno dei tanti gioielli sparsi per la città, dove è possibile apprezzare una singolare varietà di stili artistici: la fontana in stile barocco, sormontata da un minotauro con sembianze femminili, creatura mitologica e simbolo cittadino, posta al centro della struttura. La piazza è anche chiamata “Quattro fontane” per via delle quattro colonne agli angoli della vasca centrale sormontate da cavalli marini. L’ora di pranzo si avvicina e il buon profumo che emanano le trattorie nei dintorni di piazza Duomo ci porta a scegliere un buon ristorante per pranzo. Da lì, attraversiamo Piazza IX Aprile per infilarci subito in curioso vicolo strettissimo dove si accede una persona per volta. Salendo la scalinata si raggiunge il ristorante “Il Vicolo Stretto”, un locale dove si possono gustare raffinati piatti di pesce freschissimo e svariate specialità regionali. Sarà difficile scegliere tra le innumerevoli proposte tra cui spiccano il crudo di pesce per antipasto, le linguine all’astice con i pomodorini pachino oppure i “paccheri trafilati al bronzo” serviti con un buon sugo siciliano come primi piatti, per poi passare al tonno rosso del Mediterraneo leggermente scottato e accompagnato da cipolla rossa e spicchi d’arancio come secondo. Per finire la scelta è fra uno squisito semifreddo al pistacchio e il classico cannolo. La giornata volge al termine e la nostra passeggiata termina col saluto di un affascinante tramonto fotografato immancabilmente dalla terrazza di Piazza IX Aprile, unica location per regalarsi un’autentica magia d’altri tempi.

Marco Rinaldo

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